Da tempo si sta cercando di sensibilizzare i giovani verso i problemi  legati alle malattie a diffusione sessuale, creando una rete di  informazione capillare.
Il “
progetto cascata” consiste nell’apprendere da  docenti infettivologhi, le caratteristiche biologiche e pratiche delle  malattie a trasmissione sessuale, per poi divulgare, in termini più  semplici, le medesime informazioni ai ragazzi delle scuole medie, che a  loro volta potranno portarle alle scuole elementari.  Non è semplice  attuare questa catena di informazione: infatti da noi il progetto si è  meritato anche il fuggente nick “
meteora”...
Malattie mortali come l’HIV si stanno diffondendo in modo allarmante, principalmente perchè i giovani 
non conoscono le modalità di trasmissione della malattia.
Una serie di incontri, introdotti da un primo discorso descrittivo sugli  apparati riproduttori femminile e maschile, guiderà la classe, per  questo anno scolastico, verso una conoscenza approfondita delle varie  malattie.
Premetto che le seguenti informazioni fungono principalmente da riassunto delle argomentazioni trattate durante gli incontri.
Gli apparati riproduttori 
Se osserviamo l’anatomia della struttura pelvica maschile rispetto a  quella femminile, notiamo che l’angolo sotto pubico maschile è simile ad  un angolo acuto, di circa 90 gradi, mentre l’angolo formato sotto  all’osso pubico femminile sembra ad un angolo ottuso perchè supera i 100  gradi. 
Questa struttura delle pelvi femminili facilita il parto.
I muscoli del pavimento pelvico servono a sostenere gli organi pelvici.  Anche i muscoli pelvici presentano struttura diversa tra maschile e  femminile.
Nel caso maschile i muscoli presentano un solo foro, quello anale,  mentre nella femmina ci sono due fori, perchè c’è anche quello vaginale.  Alla fuoriuscita del feto, l’organismo femminile rilascia degli ormoni  che fanno rilassare i muscoli pelvici e facilitare l’allargamento del  muscolo vaginale.
L’apparato femminile
L’orifizio vaginale può essere protetto dall’imene. L’utero ha approssimativamente la forma di una pera capovolta.
Normalmente il corpo dell'utero forma con il collo un angolo da 90 a 120  gradi aperto in avanti. Ma non sempre si trova in questa posizione  ottimale.
Si parla di utero retroverso quando l'asse dell'utero forma un angolo  aperto posteriormente, essendo inclinato e rivolto verso il sacro.
Si parla di utero retroflesso quando l'asse del corpo forma un angolo  maggiore di 180 gradi con il collo aperto posteriormente verso il sacro.
Nell'utero retroversoflesso si associano entrambe le condizioni  dell'utero retroverso e retroflesso. Pertanto, esso risulta praticamente  capovolto rispetto a quella più frequente di antiversoflessione. Quando  l’utero è retrocesso, tutto il corpo si sposta all’indietro.
L’utero è formato da due strati: l’ENDOMETRIO che è il rivestimento esterno  ed il  MIOMETRIO che è il rivestimento interno.
Nell’endometrio sono presenti ghiandole che rilasciano i loro secreti nell’utero.
L’utero è vascolarizzato dall’arteria uterina o genitale che irrora di  sangue le ovaie. L’arteria si divide e si anastomizza per raggiungere  l’ovaia.
Le arterie che vascolarizzano l’endometrio possono essere rette o  spirali. Le spirali vascolarizzano la periferia mentre le rette  l’interno.
I vasi a spirale diventano necrotici e quindi parte dell’endometrio  “muore” dando origine alle mestruazioni. Rimangono solo le cellule  basali, che possono moltiplicarsi.
Le arterie radiali hanno dei recettori che sono detti anche emostatici,  in quanto nel caso del parto, quando si stacca la placenta, non si  riversa una eccessiva quantità di sangue.
L’endometrio è formato da esocervicale, composta da più file di cellule come nel caso della cervice uterina.
Esternamente abbiamo uno strato corneo più sviluppato rispetto all’interno. La pelle è pluristratificata e cheratinizzata.
Il peritoneo ha la consistenza del cellophan ed è una pellicola che avvolge gli organi.
La cavità peritoneale è una cavità che rimane vuota. La cavità  addominale invece contiene le viscere. Il peritoneo viene sorretto dalla  tuba uterina.
L’utero, come abbiamo accennato, si apre in basso, attraverso il canale  cervicale, nella vagina, che è un organo a forma di tubo aperto verso  l’esterno, adatto ad accogliere il pene durante il rapporto sessuale e a  trattenere il liquido seminale in esso deposto. Attraverso altri due  piccoli canali, detti Tube di Falloppio, l'utero è in comunicazione con  le ovaie. Tali ghiandole contengono al loro interno centinaia di  piccolissime cellule, gli ovuli. Il periodo durante il quale avvengono  nella donna i fenomeni legati al processo riproduttivo, si chiama perciò  ciclo ovarico.
   Questo periodo ha una durata variabile da donna a donna. Il fenomeno  più appariscente del ciclo ovarico è la mestruazione, cioè la perdita di  sangue dalla vagina, dalla durata di 4 o 5 giorni, che segna l'inizio  di ogni ciclo.
Dopo l’ovulazione si viene a formare una “cicatrice” che viene chiamata  “corpo luteo” che produce un ormone, il progesterone, che impedisce  ulteriore mestruazione per circa un mese.
Nelle mestruazioni giocano un ruolo importante gli ormoni, gli estrogeni ed il progesterone.
L’apparato maschile
Gli organi riproduttivi maschili si possono riassumere in  pene-scroto-testicoli-dotti spermatici e relative ghiandole (nb: siamo  più semplici e più... dotti...)
Il pene è attraversato dall’uretra, in cui fluisce sia l’urina sia lo  sperma, fluido in cui si trovano gli spermatozoi. Alla base del pene si  trova la borsa dello scroto, una sorta di tasca cutanea all’interno  della quale si trovano le due gonadi maschili, i testicoli. Lo scroto  pende dalla superficie corporea, in modo che i testicoli si trovino ad  una temperatura di circa 35 °C, più bassa di 1 o 2 gradi rispetto a   quella corporea, il che è necessario per la spermatogenesi. La  temperatura più bassa, infatti, permette una maturazione ottimale delle  cellule riproduttive maschili (spermatozoi) che vengono prodotte nei  tubuli seminiferi dei testicoli.
Dai testicoli parte il dotto referente che si innesta nella prostata,  ghiandola che secerne un liquido alcalino che serve a neutralizzare  l’acidità dell’ambiente vaginale. Prima di entrarvi nella prostata, il  dotto incontra la vescica, ed entrambi i deferenti si congiungono da qui  nell’uretra da cui passa sia l’urina sia lo sperma.
Dentro al testicolo si trova un tubicino chiamato “tubulo seminifero”.
A ciascun deferente è connessa una vescicola seminale, che immagazzinano  gli spermatozoi e producono una secrezione in cui sono presenti  fruttosio e prostaglandine. 
LE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE
E’ importante chiarire che ancora molte delle malattie sessuali 
sono incurabili e molte di esse, oltre ad essere molto fastidiose e dolorose, 
portano alla morte.
La 
sifilide è provocata da un batterio chiamato 
Treponema pallidum.  Inizia con un nodulo ed un ingrossamento delle ghiandole. Se non è  curata invade tutto l’organismo fino al cervello provocando la demenza.  E’ guaribile con antibiotici. La 
gonorrea è provocata dal batterio 
Neisseria gonorrhoeae.  La malattia si manifesta con un secreto giallo verdastro mucopurulento  dal pene e dalla vagina. Se la malattia non viene curata porta a  sterilità ed invade tutto l’organismo mentre è curabile con gli  antibiotici. Il l
infogranuloma inguinale o venereo è causato da particolari ceppi di 
Chlamydia trachomatis.  Nella regione genitale compaiono dei noduli soggetti a ulcerazione.  Particolari complicanze possono insorgere se i linfonodi si aprono verso  l’esterno (fistole) o se sono colpiti i linfonodi interni. Nella fase  iniziale la malattia può essere guarita con gli antibiotici. Le  infezioni da 
clamidia sono causate dal batterio 
Chlamydia trachomatis.  Esse sono causa di fastidiose infezioni genito-urinarie che comportano  forte prurito e bruciori durante la minzione. L'infezione può essere  facilmente curata con gli antibiotici. Il contagio neonatale è frequente  e può causare congiuntiviti e polmoniti. Esistono diversi virus dell’
epatite virale che si trasmettono sessualmente, soprattutto il virus dell’
epatite B e, in misura minore, il virus dell’
epatite C.  Il decorso della malattia varia notevolmente: l’infezione può  risolversi senza disturbi o causare un’infiammazione acuta del fegato  con possibile esito letale. Spesso l’infiammazione può cronicizzarsi ed  evolvere nella cirrosi epatica o nel cancro del fegato. Un grave  problema è costituito dal fatto che alcune persone sono 
portatrici sane del virus dell’epatite  e potranno contagiare altre persone, oltre che per via sessuale, anche  tramite trasfusioni di sangue, scambio di siringhe tra tossicodipendenti  e talvolta perfino t
ramite il contatto diretto o indiretto con liquidi organici in caso di scarsa igiene. L’
Herpes genitalis è un’infezione virale largamente diffusa ed è simile all’
herpes labialis  (vescicole sulle labbra). Compaiono nella zona genitale piccole  vescicole molto pruriginose e dolorose contenenti un liquido contagioso.  Inoltre possono manifestarsi altre patologie come l’ingrossamento dei  nodi linfatici e stati febbrili. L’herpes si cura con farmaci antivirali  ma il virus può sopravvivere e annidarsi nel tessuto nervoso restando a  lungo inattivo. Dopo anni può riattivarsi e causare una recidiva: in  questi casi il quadro clinico è però generalmente meno virulento. Le  gestanti affette da herpes genitale possono contagiare il neonato al  momento del parto e causargli gravi malattie (per es. l’encefalite). E  poi ancora abbiamo il 
Papilloma Virus che provoca  verruche ed escrescenze nella zona genitale, eliminabili con la  chirurgia e che pare provochino il cancro della cervice. Infezioni  vaginali da funghi e  protozoi come i 
Trichomonas che causano perdite sierose e prurito, o la 
Candida che  si curano con antimicotici. Purtroppo queste malattie non vengono  facilmente riconosciute perchè asintomatiche o oligosintomatiche.  Inoltre vengono curate con terapie errate o con autoterapia. 
Riassumendo, dove ci sono i sintomi, essi possono essere di tipo:
Essudativo = perdite
Ulcerativo = vescicole
Proliferativo = aumento esponenziale interno
L’AIDS
L’Aids (acquired immune deficiency syndrome = sindrome da  immunodeficienza acquisita) è lo stadio finale di un’infezione causata  dall’HIV (human immunodeficiency virus = virus dell’immunodeficienza  umana). 
L’HIV è la bomba infettivologica degli ultimi 25 anni; la scimmia verde sembra essere all’origine del virus dell’Hiv.
Nell’81 venne segnalato negli Stati Uniti un aumento di strane patologie fra gli omosessuali.
L’AZT è stato il primo farmaco adottato contro il virus.
A tutt’oggi sono noti due tipi di virus (HIV-1 e HIV-2) con numerosi  sottogruppi. Tra il momento del contagio e l’insorgere della malattia  vera e propria (Aids conclamato) trascorrono in media 12 anni. In questo  periodo l
e persone contagiate possono trasmettere il virus ad altri senza rendersene conto.  In presenza di altre malattie sessuali «classiche» (specialmente la  sifilide e l’ulcera molle) si è maggiormente esposti al rischio di  contagio con il virus dell’Aids. La diagnosi dell’infezione HIV avviene  mediante l’analisi del sangue (test degli anticorpi HIV). A tutt’oggi la  malattia è inguaribile e può portare alla morte. Un accertamento  precoce dell’infezione e l’adozione di appropriate misure terapeutiche  permettono di ritardare l’insorgere della malattia e di migliorare la  qualità della vita del paziente. In un prossimo futuro non sarà  disponibile alcun vaccino.
Brescia presentava un grande numero di casi di AIDS causata dalla  tossicodipendeza. Comunque l’85% del contagio si ha per via sessuale,  mentre il contagio da tossicodipendenza si ha nel 10% dei casi ed infine  un 5% del contagio è causato da emotrasfusioni.
Vi sono persone in grado di resistere maggiormente alla malattia. Si è  inoltre scoperto che l’HIV è una delle cause principali dei tumori. 
....continua.... (verrà aggiornato alla prossima lezione)