martedì 20 dicembre 2011

CRISTOFORO COLOMBO

Cristoforo Colombo (Genova, 25 agosto o 31 ottobre 1451 - Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un navigatore ed esploratore italiano.
Primogenito dei quattro figli (tre fratelli ed una sorella) di Domenico e Susanna Fontanarossa, poco si sa della sua vita fino al 1470. In una lettera lo stesso afferma di aver iniziato a navigare all'età di quattordici anni. Quel che si sa per certo è che nel 1470 la famiglia del futuro navigatore si trasferì a Savona, città nella quale il padre aveva rilevato la gestione di una taverna.
Verso il 1479 Colombo si trasferì a Lisbona, dove il fratello Bartolomeo lavorava come cartografo.
Fu probabilmente in questo periodo della sua vita, tra il soggiorno a Madera ed il successivo in Portogallo che nella mente di Cristoforo iniziò a prendere forma il disegno della rotta breve per le Indie.
Basandosi sulle carte geografiche del suocero, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni ed altro) trovati al largo delle coste delle isole dell'Oceano Atlantico, Colombo cominciò a convincersi che al di là delle Azzorre dovesse esserci una terra e che questa non potesse essere altro che l'Asia.
Dopo aver chiesto inutilmente al re Giovanni II la somma necessaria per il suo progetto, Colombo nel 1485, dopo la morte della moglie, si recò a Palos con il figlio.
Dopo essere stato a Cordoba ed a Siviglia, nel 1486 Colombo si presentò al cospetto di Ferdinando II di Aragona e di Isabella di Castiglia, ai quali presentò il suo progetto di raggiungere per mare il Catai ed il Cipango.
Ma una commissione riunita per vagliare le effettive possibilità di riuscita del viaggio bocciò la proposta.
Negli anni seguenti Colombo cercò varie volte di farsi ascoltare dalla corte spagnola e si rivolse pure, tramite il fratello Bartolomeo, ai re d'Inghilterra e di Francia. In seguito all'unificazione della Spagna con la conquista di Granada, Colombo, grazie all'intermediazione del francescano Juan Pérez, del duca di Medinaceli e del tesoriere di corte Luis de Santangel, raggiunse un accordo con Isabella.
Furono così allestite tre caravelle, la Santa Maria, di 150 tonnellate, capitanata da Colombo, la Pinta di 140 t. e la Niña di 100 t., al comando di due armatori di Palos, Alonso e Vicente Pinzón.

L'incapacità di comprendere le altrui culture e la convinzione della propria superiorità, sempre presenti nelle descrizioni di Colombo e degli altri viaggiatori e conquistatori, sono state messe a nudo dal semiologo bulgaro Tzvetan Todorov. Nelle seguenti pagine lo studioso rileva l'assimilazione al paesaggio ed alla natura dei nativi incontrati nelle scoperte dal navigatore genovese, e quindi la sottovalutazione delle loro religioni, culture e leggi - in sostanza della loro qualità di uomini civili.
Fonte: Da: T. Todorov, "La conquista dell'America. Il problema dell'«altro»", Einaudi, Torino, 1984

Colombo parla degli uomini che vede solo perché, dopotutto, fanno parte anch'essi del paesaggio. I suoi accenni agli abitanti delle isole sono sempre inframmezzati alle sue notazioni sulla natura: fra gli uccelli e gli alberi vi sono anche gli uomini.

Significative certe è  menzioni di Colombo sugli indiani:
”benché nudi, gli indiani sembravano piú simili a uomini che ad animali”
oppure
“Gli indiani si assomigliano perché sono tutti nudi, privi di caratteri distintivi”.

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