martedì 20 dicembre 2011

A PIEDI NUDI A CUORE APERTO



A piedi nudi, a cuore aperto – Paola Zannoner


La protagonista di questo romanzo, che racconta la vicenda in prima persona come se fosse un diario, si chiama Rachele  e si innamora di un compagno di liceo. Lui è uno skater di nazionalità araba, di nome Taisir.
Rachele resta affascinata durante un intervento del ragazzo a una conferenza sulla Shoah: egli parla con una voce forte, sicura, piena di calore.
Curiosamente, per colpa del nome tipico ebraico e di un orecchino a forma di stella di Davide, Taisir crede che Rachele sia ebrea e che lo stia spiando.
Coraggiosamente la ragazza cerca di incontrarlo, di parlargli; per questo lo insegue fino al quartiere arabo, per scoprire quante più cose possibile sul suo conto.
Con furbesca bravura riesce persino a fare amicizia con una ragazza egiziana, Fatema, dalla quale può imparare ogni cosa sulle usanze arabe.
In questo modo fa conoscenza di un mondo nuovo che lei conosceva per sentito dire o addirittura attraverso i pregiudizi comuni.
E’ il caso del tema del velo islamico che, a differenza di quanto crediamo noi occidentali, per la donna araba non viene vissuto come un obbligo bensì come un onore, una libera scelta religiosa.
Scopriamo che tutti gli extracomunitari sono costantemente vigilati dalla Polizia perché ritenuti potenzialmente pericolosi.
Nella vicenda sentimentale si intreccia la normale vita familiare di Rachele che spesso litiga con una madre soffocante ed ansiosa. Le riflessioni che seguono i momenti di rabbia della ragazza, denotano sia pentimento per i propri modi bruschi, sia comprensione per l’atteggiamento protettivo dei genitori, per la cui storia personale,  forse, non  ha mai mostrato interesse. 
Durante la lettura incontriamo tre tematiche molto importanti: l’integrazione degli extracomunitari, i conflitti generazionali ed i sentimenti fra adolescenti.
Rachele e Taisir riescono a superare le barriere ed amarsi. Il libro finisce in modo allegro, con una lezione di skateboard.
Le intenzioni della scrittrice sono chiare: educare i giovani occidentali, cioè noi, ad accettare gli extracomunitari; inoltre invita gli adolescenti a osservare i propri genitori cercando di scoprire i loro sogni, i loro sentimenti, le loro delusioni.

Il libro mi è molto piaciuto perché è una storia i cui personaggi non sono della stessa nazionalità come in altri romanzi di questo genere; non vivono le stesse situazioni, vivono in mondi diversi. Insieme iniziano un percorso di acculturazione vicendevole.
Inoltre la scrittrice è riuscita a descrivere emozioni adolescenziali, per lei ormai passate, con una sensibilità con cui neanche un ragazzo può descrivere un sentimento semplice come l’amore.

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