martedì 20 dicembre 2011

LA GERUSALEMME LIBERATA



E’ un poema epico in ottave in venti canti.
Tasso coltivò fin dalla gioventù l’idea di scrivere un poema epico. Le motivazioni erano sostanzialmente tre:
•    il desiderio di avere un riconoscimento letterario
•    il clima di mobilitazione culturale e spirituale contro l’incombente pericolo turco
•    la volontà di scrivere un’opera di alto valore religioso

LA GENESI DELL’OPERA


1556 e 1559 – scrisse il Gierusalemme
1575 - scrisse il Goffredo
1580 – prima edizione del  Goffredo
1581 – prima edizione della Gerusalemme Liberata
1585 – apologia della Gerusalemme Liberata
1593 – prima edizione della Gerusalemme Conquistata

Non si può parlare di edizioni come avvenne per l’Orlando Furioso, in quanto delle varianti della “Gerusalemme” vennero pubblicati innumerevoli edizioni anche non controllate dall’autore.
Si può invece parlare delle modifiche e revisioni che il Tasso vi apportò nel corso della sua vita.
La stesura di un primo nucleo di un centinaio di ottave  risale agli anni della gioventù, per un poema intitolato Gierusalemme.
La prima versione del poema uscì nel 1580 con il titolo Goffredo, che il Tasso terminò di scrivere 5 anni prima, nel 1575.
La seconda versione, invece, uscì nel 1581, intitolata Gerusalemme Liberata, dedicata ad Alfonso II d’Este.
Ossessionato dall’ortodossia della sua opera, Tasso chiese a teologi e letterati di giudicare il suo lavoro. Fu la loro opinione negativa (scarsa moralità, imprecisioni storiche, ecc) a gettarlo nello sconforto.  Nel 1585, Tasso scrisse di getto l’Apologia della Gerusalemme Liberata, con lo scopo di difendere e valorizzare il poema.
In ogni caso egli riscrisse completamente da capo l’opera, togliendo gli episodi troppo passionali, aggiungendone altri a tema più religioso. Intitolò il nuovo poema Gerusalemme Conquistata, del 1593, che dedicò al nipote del papa, il cardinale Aldobrandini. La Conquistata non piacque per nulla, perchè il Tasso per rendere credibili i fatti storici, aveva eliminato il fattore del  meraviglioso e del fantastico.

FONTI MODELLI TEMATICHE STILE


Lo sfondo è senz’altro quello eroico/religioso di Omero e Virgilio.
Stilemi e stratagemmi narrativi sono ispirati ad altri poemi cavallereschi come le opere di Boiardo e Ariosto, passando dall’Amarigi scritto da suo padre Bernardo Tasso.

La poetica
Dopo gli anni che trascorse a studiare e rielaborare la Poetica aristotelica, nella stesura della Gerusalemme Liberata, Tasso ne adottò i principi, scegliendo di improntare il poema eroico al principio della verisimilianza. Il poeta abbandona quindi la strada romanzesca del fantastico di Boiardo ed Ariosto ed intraprende la trama storica.

Riassumendo i principi della poetica aristotelica, la Gerusalemme Liberata seguiva i seguenti principi:

•    la necessità che il poema epico risultasse un organismo unitario: la molteplicità degli episodi e delle tematiche dovevano confluire in una struttura definita dalle regole aristoteliche
•    la materia del poema doveva rispettare la verosimiglianza, imitando il vero (da qui la scelta di trattare un argomento storico realmente accaduto, cioè la prima crociata del 1097, documentata dalla fonte storica del cronista Guglielmo da Tiro.
•    la necessità di finalizzare l’opera alla trasmissione di un messaggio edificante ed educativo

Le tematiche
Cinque le tematiche del poema:

1.    elemento religioso – la fede pervade tutta l’opera – la forza della spiritualità è rappresentata da Goffredo di Buglione, eroe puro ma non esente dal contrasto tra tentazione e virtù

2.    elemento eroico – che viene presentato nei momenti di battaglia – i paladini esprimono tensione morale, senso del dovere, ma anche brutalità, ferocia e violenza – la figura dell’eroe è Rinaldo, che pur essendo assetato di gloria, riesce a riscattarsi approdando ad un più alto senso del dovere cristiano

3.    elemento amoroso – compare nei momenti più lirici dell’opera – gli amori della Gerusalemme Liberata sono sfortunati  – l’amore è anche ottenebramento dei sensi, passione sensuale che avrà la sua sublimazione  nell’amore cristiano.

4.    elemento magico e meraviglioso – anche nella Gerusalemme ci sono maghi ed incantesimi, però viene aggiunto il magico cristiano, non più solo mitologico, rappresentato dalla presenza di angeli e diavoli

5.    elemento naturale - il locus amenus o il locus horridus non sono solo scenario, ma parte integrante dello stato psicologico dei personaggi

Lo stile

Una delle figure retoriche più ricorrenti  è l’antitesi, in quanto  il conflitto che anima la struttura del poema viene evidenziato dall’accostamento di parole tra loro in contrasto.
Quindi l’uso  dell’antitesi non è solo un gioco retorico ma è parte integrante dell’ispirazione poetica, in cui si riflette la conflittualità degli opposti.
Lo stesso accade con la figura del chiasmo, che si manifesta non solo  nello spazio di pochi versi, ma addirittura nell’architettura dell’intero poema. Vi è anche un ricorso plurimo dell’enjambement.

La diffusione della Gerusalemme Liberata
Fin dal suo primo apparire l’opera suscitò grande interesse ed accese un vivo dibattito.
Soprattutto venne posta a confronto con il Furioso di Ariosto, dividendo letterati, artisti e critici dell’epoca in opinioni contrastanti. Tasso arrivò al punto di difendere personalmente la propria opera con una difesa scritta.
Solo nel 600 e 700 venne considerata migliore dell’opera ariostesca per contenuti e regole letterarie.

Il tragico cristiano

Il tema dell’uccisione involontaria di Clorinda richiama la tragedia classica greca, per esempio l’Edipo re di Sofocle, che uccide il padre senza riconoscerlo.
C’è una differenza tra il tragico della tragedia classica greca e il tragico cristiano: il tragico greco è assoluto; la sconfitta all’eroe greco pare incomprensibile.
Diversamente nel tragico cristiano, la sofferenza rientra nel progetto razionale e ordinatore di Dio, che il cristiano non può comprendere ma che accetta per fede.
Nel caso di Tancredi, il conflitto tragico è dentro di lui, in quanto è un conflitto tra due modelli etici alternativi, cioè l’amore per  Clorinda (la colpa, in quanto lei è musulmana) e il dovere di servire Dio combattendo contro gli infedeli.
L’eroe tragico cristiano è eroe solo quando riconosce ed accetta il disegno divino, sublimando la passione e trasformandola in fede e sottomissione.

La sapienza stilistica di Tasso – critica di Francesco Flora

Il saggio di Flora (critico morto nel 1952) rivela l’arte sapientissima di Tasso di giocare con ritmo, intonazioni, pause, con i nessi fra aggettivo e sostantivo, superando il codice stilistico del petrarchismo per una nuova sensibilità manieristica.
Qualche esempio.
Flora cita alcune parole tematiche che ricorrono spesso nell’opera, che vengono poste in  posizioni di rilievo nelle ottave; alcune di queste parole fanno semplicemente parte di un registro, di un’abitudine del poeta (ignoto, incognito,solitario, solingo,antico, deserto, ecc); altri termini, invece,  hanno valore tonale, ossia servono ad enfatizzare, colorire il testo: adorno (nome adorno, detti adorni e persino adorno dolore); e poi altero, atro, avaro, notturno, nudo, orrido, segreto, tacito...
.... ma tra le voci, quella che compare più e più volte nell’intero poema è FERO, cioè fiero, con il senso di Fierità guerriera e selvaggia, di altezza morale.
Altri esempi del sapiente gioco stilistico sono le scelte verbali, addirittura in certi casi usando il dativo latino; talvolta sostituisce la parola esatta con una voce affine, che rende l’idea in senso metaforico, facendo le veci di un aggettivo che diventa superfluo (es al posto di pelle, scorza, che rende l’idea di cosa più resistente, forte, invulnerabile.
Addirittura Tasso fonde insieme aggettivo e sostantivo, coniando un termine completamente nuovo.
O ancora, usa aggettivi impropriamente per rendere un nuovo concetto (notturni, nel senso di silenziosi e nascosti).
Tempi e luoghi
Tasso ama la notte, il tramonto e l’alba. Ama la selva, dove le acque scorrono così limpide da sembrare di vivida fiamma.

LA TRAMA

Goffredo di Buglione pone l’assedio a Gerusalemme per liberare la città dal dominio saraceno.
Il paladino Tancredi è innamorato della bellissima vergine guerriera Clorinda, che non ricambia il suo amore. A sua volta Tancredi è amato da Erminia, la figlia del re di Antiochia, che vive alla corte di Aladino, il re saraceno.
Le forze infernali tramano contro i cristiani inviando tra i paladini la maga Armida che fa innamorare di se molti guerrieri cristiani. Riesce così ad allontanarli dal campo d’assedio ed a farli suoi prigionieri. In un secondo tempo anche Tancredi viene imprigionato da Armida.
Così indebolito l’esercito cristiano subisce molte sconfitte. Allora le forze celesti intervengono per aiutare i cristiani ed equilibrare le azioni delle forze demoniache.
L’arcangelo Gabriele aiuta Rinaldo a liberare tutti i prigionieri di Armida rimanendone però ammaliato e cadendo egli stesso suo prigioniero.
I paladini hanno costruito una torre per l’offensiva e nella notte Clorinda ed Argante, facendo incursione al campo cristiano, la distruggono. Mentre Argante riesce a rientrare in città, Clorinda rimane chiusa fuori. E’ così che viene uccisa, senza venirne riconosciuta, da Tancredi.
Un attimo prima di morire Clorinda verrà battezzata da Tancredi.
Le forze infernali provocano disastri e Goffredo pensa di rinunciare all’impresa quando Dio gli suggerisce in sogno di mandare a liberare Rinaldo.
Gerusalemme viene attaccata dai cristiani, Tancredi rimane gravemente ferito e viene curato da Erminia. I guerrieri saraceni vengono tutti eliminati e Goffredo, conquistata la città, può finalmente inchinarsi di fronte al Santo Sepolcro liberato.

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