martedì 20 dicembre 2011

TEMA

“Di un prestito d’aria vive il nostro viaggio,
di un segreto che non si può raccontare.

Grazie del tuo essere qui,
grazie della tua innamorata inquietudine.

Grazie perché con te io non sono più io
e la mia casa non è più la mia casa,
il tuo cuore è la mia casa
e il mio cuore è il tuo orto”


(Luigi Verdi)

A volte, quando sono solo in casa, penso a cosa vuol dire la parola “amore”; in fondo è solo una parola che, se usata in modo corretto, esprime il sentimento più forte che l’uomo è in grado di provare nei confronti di una persona, a lui molto vicina.
Non ci sono altre parole per esprimere una tale passione.

E’ impensabile una vita senza una persona da amare: sarebbe come vivere senza cibo.

Luigi Verdi è riuscito, in poche righe, a manifestare il suo pensiero; è riuscito a trasmettermi una sensazione di libertà e, allo stesso tempo, un impegno inscindibile, che lega ad una persona.

Tutto questo nelle ultime quattro righe: “Grazie perché con te io non sono più io e la mia casa non è più la mia casa…” Questa frase significa molto di più di quello che enuncia; esprime la volontà di un uomo di fuggire dal mondo in cui vive, di evadere anche dal suo corpo, che lo tiene prigioniero di limitati sentimenti umani.
L’ultima frase, invece, esprime il potere assoluto che una persona può avere sul cuore dell’uomo che desidera essere tenuto prigioniero: prigioniero dei sentimenti più profondi, che lo fanno sentire leggero, libero da ogni altro pensiero e dovere.

Alcuni individui utilizzano a sproposito la parola “amore”.
Una volta ho letto la poesia di una bambina che aveva scritto:
“Non dire ti amo se non è vero, ma se è vero dillo tante volte: le persone dimenticano!”

So che Luigi Verdi non parla di una persona comune, ma di Dio; però mi è piaciuto leggere la poesia credendo che l’autore non fosse un sacerdote, ma un comune uomo che esprime il suo pensiero in rime.

Per concludere impiego una mia poesia:

“L’amore è la porta che indica la via per il giardino della felicità!”.

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