martedì 20 dicembre 2011

L'INTRUSO

Una dote di Gesù era la sua capacità di camminare sull’acqua, oppure riempire le reti dei pescatori
che a questa visione vollero seguirlo e diventare suoi discepoli.
Alle nozze di Cana trasformò l’acqua in centinaia di litri di vino, semplicemente versando acqua nelle giare.
Gli invitati dissero che quel vino era più buono: non era costata fatica a spremerlo, come il pane moltiplicato dal nulla o il pesce che saltava da solo sulla barca.
Gesù faceva tutto gratis senza chiedere niente in cambio.
La sua storia ha inizio quando Giovanni Battista lo battezza nel fiume poco distante dal monte dove è stato crocifisso.
E quando la lancia lo trafisse usci sembrava uscisse sangue come nel parto, che alla sua morte sgorgò come una sorgente.
Gesù è come un intruso, diverso da tutti gli altri, invischiato, intrappolato nel peccato degli uomini.
Come sarà stata la Pasqua ai tempi di Gesù, nel mese di Marzo o di Aprile, a 800 metri sul livello del mare, l’altezza del Calvario.
Gesù viene paragonato a qualcosa di fuori luogo, di impossibile, come acqua che sgorga da un duro terreno asciutto.

Commento :

In questa poesia il poeta guarda la figura di Gesù da una prospettiva diversa. Lo definisce un intruso in quanto fa cose fuori dalla portata di normali persone come noi. Cerca di figurarselo nel contesto di quell’epoca.
C’è una frase nella poesia che mi ha colpito: “Intriso dal grasso di tutte le colpe”; con questa frase il poeta secondo me vuole esprimere quanto le nostre colpe abbiano ferito Gesù, paragona il grasso come una colpa che si attacca all’anima dell’uomo e non si stacca più.
La poesia  è abbastanza profonda nei pensieri, ha un tipo di stesura brusco nelle ultime righe, però nel complesso, a mio parere è bella.

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