martedì 20 dicembre 2011

LE MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE



Da tempo si sta cercando di sensibilizzare i giovani verso i problemi legati alle malattie a diffusione sessuale, creando una rete di informazione capillare.
Il “progetto cascata” consiste nell’apprendere da docenti infettivologhi, le caratteristiche biologiche e pratiche delle malattie a trasmissione sessuale, per poi divulgare, in termini più semplici, le medesime informazioni ai ragazzi delle scuole medie, che a loro volta potranno portarle alle scuole elementari.  Non è semplice attuare questa catena di informazione: infatti da noi il progetto si è meritato anche il fuggente nick “meteora”...
Malattie mortali come l’HIV si stanno diffondendo in modo allarmante, principalmente perchè i giovani non conoscono le modalità di trasmissione della malattia.
Una serie di incontri, introdotti da un primo discorso descrittivo sugli apparati riproduttori femminile e maschile, guiderà la classe, per questo anno scolastico, verso una conoscenza approfondita delle varie malattie.
Premetto che le seguenti informazioni fungono principalmente da riassunto delle argomentazioni trattate durante gli incontri.

Gli apparati riproduttori

Se osserviamo l’anatomia della struttura pelvica maschile rispetto a quella femminile, notiamo che l’angolo sotto pubico maschile è simile ad un angolo acuto, di circa 90 gradi, mentre l’angolo formato sotto all’osso pubico femminile sembra ad un angolo ottuso perchè supera i 100 gradi.
Questa struttura delle pelvi femminili facilita il parto.
I muscoli del pavimento pelvico servono a sostenere gli organi pelvici. Anche i muscoli pelvici presentano struttura diversa tra maschile e femminile.
Nel caso maschile i muscoli presentano un solo foro, quello anale, mentre nella femmina ci sono due fori, perchè c’è anche quello vaginale. Alla fuoriuscita del feto, l’organismo femminile rilascia degli ormoni che fanno rilassare i muscoli pelvici e facilitare l’allargamento del muscolo vaginale.

L’apparato femminile
L’orifizio vaginale può essere protetto dall’imene. L’utero ha approssimativamente la forma di una pera capovolta.
Normalmente il corpo dell'utero forma con il collo un angolo da 90 a 120 gradi aperto in avanti. Ma non sempre si trova in questa posizione ottimale.
Si parla di utero retroverso quando l'asse dell'utero forma un angolo aperto posteriormente, essendo inclinato e rivolto verso il sacro.
Si parla di utero retroflesso quando l'asse del corpo forma un angolo maggiore di 180 gradi con il collo aperto posteriormente verso il sacro.
Nell'utero retroversoflesso si associano entrambe le condizioni dell'utero retroverso e retroflesso. Pertanto, esso risulta praticamente capovolto rispetto a quella più frequente di antiversoflessione. Quando l’utero è retrocesso, tutto il corpo si sposta all’indietro.
L’utero è formato da due strati: l’ENDOMETRIO che è il rivestimento esterno  ed il  MIOMETRIO che è il rivestimento interno.
Nell’endometrio sono presenti ghiandole che rilasciano i loro secreti nell’utero.
L’utero è vascolarizzato dall’arteria uterina o genitale che irrora di sangue le ovaie. L’arteria si divide e si anastomizza per raggiungere l’ovaia.
Le arterie che vascolarizzano l’endometrio possono essere rette o spirali. Le spirali vascolarizzano la periferia mentre le rette l’interno.
I vasi a spirale diventano necrotici e quindi parte dell’endometrio “muore” dando origine alle mestruazioni. Rimangono solo le cellule basali, che possono moltiplicarsi.
Le arterie radiali hanno dei recettori che sono detti anche emostatici, in quanto nel caso del parto, quando si stacca la placenta, non si riversa una eccessiva quantità di sangue.
L’endometrio è formato da esocervicale, composta da più file di cellule come nel caso della cervice uterina.
Esternamente abbiamo uno strato corneo più sviluppato rispetto all’interno. La pelle è pluristratificata e cheratinizzata.
Il peritoneo ha la consistenza del cellophan ed è una pellicola che avvolge gli organi.
La cavità peritoneale è una cavità che rimane vuota. La cavità addominale invece contiene le viscere. Il peritoneo viene sorretto dalla tuba uterina.
L’utero, come abbiamo accennato, si apre in basso, attraverso il canale cervicale, nella vagina, che è un organo a forma di tubo aperto verso l’esterno, adatto ad accogliere il pene durante il rapporto sessuale e a trattenere il liquido seminale in esso deposto. Attraverso altri due piccoli canali, detti Tube di Falloppio, l'utero è in comunicazione con le ovaie. Tali ghiandole contengono al loro interno centinaia di piccolissime cellule, gli ovuli. Il periodo durante il quale avvengono nella donna i fenomeni legati al processo riproduttivo, si chiama perciò ciclo ovarico.
   Questo periodo ha una durata variabile da donna a donna. Il fenomeno più appariscente del ciclo ovarico è la mestruazione, cioè la perdita di sangue dalla vagina, dalla durata di 4 o 5 giorni, che segna l'inizio di ogni ciclo.
Dopo l’ovulazione si viene a formare una “cicatrice” che viene chiamata “corpo luteo” che produce un ormone, il progesterone, che impedisce ulteriore mestruazione per circa un mese.
Nelle mestruazioni giocano un ruolo importante gli ormoni, gli estrogeni ed il progesterone.

L’apparato maschile
Gli organi riproduttivi maschili si possono riassumere in pene-scroto-testicoli-dotti spermatici e relative ghiandole (nb: siamo più semplici e più... dotti...)
Il pene è attraversato dall’uretra, in cui fluisce sia l’urina sia lo sperma, fluido in cui si trovano gli spermatozoi. Alla base del pene si trova la borsa dello scroto, una sorta di tasca cutanea all’interno della quale si trovano le due gonadi maschili, i testicoli. Lo scroto pende dalla superficie corporea, in modo che i testicoli si trovino ad una temperatura di circa 35 °C, più bassa di 1 o 2 gradi rispetto a  quella corporea, il che è necessario per la spermatogenesi. La temperatura più bassa, infatti, permette una maturazione ottimale delle cellule riproduttive maschili (spermatozoi) che vengono prodotte nei tubuli seminiferi dei testicoli.
Dai testicoli parte il dotto referente che si innesta nella prostata, ghiandola che secerne un liquido alcalino che serve a neutralizzare l’acidità dell’ambiente vaginale. Prima di entrarvi nella prostata, il dotto incontra la vescica, ed entrambi i deferenti si congiungono da qui nell’uretra da cui passa sia l’urina sia lo sperma.
Dentro al testicolo si trova un tubicino chiamato “tubulo seminifero”.
A ciascun deferente è connessa una vescicola seminale, che immagazzinano gli spermatozoi e producono una secrezione in cui sono presenti fruttosio e prostaglandine.

LE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE

E’ importante chiarire che ancora molte delle malattie sessuali sono incurabili e molte di esse, oltre ad essere molto fastidiose e dolorose, portano alla morte.

La sifilide è provocata da un batterio chiamato Treponema pallidum. Inizia con un nodulo ed un ingrossamento delle ghiandole. Se non è curata invade tutto l’organismo fino al cervello provocando la demenza. E’ guaribile con antibiotici. La gonorrea è provocata dal batterio Neisseria gonorrhoeae. La malattia si manifesta con un secreto giallo verdastro mucopurulento dal pene e dalla vagina. Se la malattia non viene curata porta a sterilità ed invade tutto l’organismo mentre è curabile con gli antibiotici. Il linfogranuloma inguinale o venereo è causato da particolari ceppi di Chlamydia trachomatis. Nella regione genitale compaiono dei noduli soggetti a ulcerazione. Particolari complicanze possono insorgere se i linfonodi si aprono verso l’esterno (fistole) o se sono colpiti i linfonodi interni. Nella fase iniziale la malattia può essere guarita con gli antibiotici. Le infezioni da clamidia sono causate dal batterio Chlamydia trachomatis. Esse sono causa di fastidiose infezioni genito-urinarie che comportano forte prurito e bruciori durante la minzione. L'infezione può essere facilmente curata con gli antibiotici. Il contagio neonatale è frequente e può causare congiuntiviti e polmoniti. Esistono diversi virus dell’epatite virale che si trasmettono sessualmente, soprattutto il virus dell’epatite B e, in misura minore, il virus dell’epatite C. Il decorso della malattia varia notevolmente: l’infezione può risolversi senza disturbi o causare un’infiammazione acuta del fegato con possibile esito letale. Spesso l’infiammazione può cronicizzarsi ed evolvere nella cirrosi epatica o nel cancro del fegato. Un grave problema è costituito dal fatto che alcune persone sono portatrici sane del virus dell’epatite e potranno contagiare altre persone, oltre che per via sessuale, anche tramite trasfusioni di sangue, scambio di siringhe tra tossicodipendenti e talvolta perfino tramite il contatto diretto o indiretto con liquidi organici in caso di scarsa igiene. L’Herpes genitalis è un’infezione virale largamente diffusa ed è simile all’herpes labialis (vescicole sulle labbra). Compaiono nella zona genitale piccole vescicole molto pruriginose e dolorose contenenti un liquido contagioso. Inoltre possono manifestarsi altre patologie come l’ingrossamento dei nodi linfatici e stati febbrili. L’herpes si cura con farmaci antivirali ma il virus può sopravvivere e annidarsi nel tessuto nervoso restando a lungo inattivo. Dopo anni può riattivarsi e causare una recidiva: in questi casi il quadro clinico è però generalmente meno virulento. Le gestanti affette da herpes genitale possono contagiare il neonato al momento del parto e causargli gravi malattie (per es. l’encefalite). E poi ancora abbiamo il Papilloma Virus che provoca verruche ed escrescenze nella zona genitale, eliminabili con la chirurgia e che pare provochino il cancro della cervice. Infezioni vaginali da funghi e  protozoi come i Trichomonas che causano perdite sierose e prurito, o la Candida che si curano con antimicotici. Purtroppo queste malattie non vengono facilmente riconosciute perchè asintomatiche o oligosintomatiche. Inoltre vengono curate con terapie errate o con autoterapia.

Riassumendo, dove ci sono i sintomi, essi possono essere di tipo:

Essudativo = perdite
Ulcerativo = vescicole
Proliferativo = aumento esponenziale interno

L’AIDS
L’Aids (acquired immune deficiency syndrome = sindrome da immunodeficienza acquisita) è lo stadio finale di un’infezione causata dall’HIV (human immunodeficiency virus = virus dell’immunodeficienza umana).
L’HIV è la bomba infettivologica degli ultimi 25 anni; la scimmia verde sembra essere all’origine del virus dell’Hiv.
Nell’81 venne segnalato negli Stati Uniti un aumento di strane patologie fra gli omosessuali.
L’AZT è stato il primo farmaco adottato contro il virus.
A tutt’oggi sono noti due tipi di virus (HIV-1 e HIV-2) con numerosi sottogruppi. Tra il momento del contagio e l’insorgere della malattia vera e propria (Aids conclamato) trascorrono in media 12 anni. In questo periodo le persone contagiate possono trasmettere il virus ad altri senza rendersene conto. In presenza di altre malattie sessuali «classiche» (specialmente la sifilide e l’ulcera molle) si è maggiormente esposti al rischio di contagio con il virus dell’Aids. La diagnosi dell’infezione HIV avviene mediante l’analisi del sangue (test degli anticorpi HIV). A tutt’oggi la malattia è inguaribile e può portare alla morte. Un accertamento precoce dell’infezione e l’adozione di appropriate misure terapeutiche permettono di ritardare l’insorgere della malattia e di migliorare la qualità della vita del paziente. In un prossimo futuro non sarà disponibile alcun vaccino.
Brescia presentava un grande numero di casi di AIDS causata dalla tossicodipendeza. Comunque l’85% del contagio si ha per via sessuale, mentre il contagio da tossicodipendenza si ha nel 10% dei casi ed infine un 5% del contagio è causato da emotrasfusioni.
Vi sono persone in grado di resistere maggiormente alla malattia. Si è inoltre scoperto che l’HIV è una delle cause principali dei tumori.
....continua.... (verrà aggiornato alla prossima lezione)
postato da: mfranceschi alle ore 17:17 | Permalink | commenti
categoria:4 - progetto cascata, 4 - scienze

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