martedì 20 dicembre 2011

LA GERUSALEMME LIBERATA (alcuni brani)


Erminia ritrova Tancredi ferito
Guercino (Giovan Francesco Barbieri)

Il Proemio
Ottave di endecasillabi  con schema di rime ABABABCC
I canto – ottave da 1 a 5

Secondo il modello della tradizione classica, il proemio è diviso in tre parti:
•    argomentazione (ottava 1) – la liberazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme
•    invocazione alla Musa (ottave 2 e 3) – si suppone non sia una figura mitologica ma sacra, angelica, addirittura la Madonna
•    dedica al protettore, il duca Alfonso II d’Este (ottave 4 e 5) – motivo encomiastico

Nel canto di apertura, l’utilizzo di una citazione solenne praticamente uguale all’apertura dell’Eneide, canto le armi e l’uomo, pone subito in chiaro sullo stile alto con il quale  il poeta contrassegnerà la sua opera.

Subito dal primo canto i non cristiani sono considerati, secondo l’ideologia controriformista, facenti parte dell’esercito infernale. Ci sono solo due possibilità.

•    l’esercito cristiano- forze celesti – il bene
•    l’esercito pagano – forze infernali – il male


Figure retoriche
Fin dalle prime ottave ci troviamo di fronte al gioco di figure retoriche, tipico di Tasso.

Ottava  I
Canto l’arme pietose e’l capitano
che ‘l gran sepolcro liberò di Cristo
Molto egli oprò co ‘l senno e con la mano
molto soffrì nel glorioso acquisto
e in van l’Inferno vi si oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.

I 4 distici della prima ottava si concludono in forti pause, suddividendo le tematiche.
Il verbo canto del v.1 posto in prima persona, pare enfatizzare l’avvio dell’opera
Il secondo distico di versi sono aperti da un’anafora (molto...molto) con accento in prima e quarta posizione e cesura collocata tra quarto e quinto piede.
Al v. 5 altra cesura che isola e enfatizza la locuzione e in van  con quella successiva e in vano

Tancredi e Clorinda

Ottave di endecasillabi  con schema di rime ABABABCC
III canto – ottave da 13 a 31  e da 23 a 31

Durante il primo scontro tra pagani e cristiani, il re Aladino osserva dall’alto della torre il primo scontro e constatando il valore guerriero dei paladini, chiede ad Erminia, la figlia del re di Antiochia,  chi sono i vari guerrieri cristiani. Erminia descrive con particolare enfasi Tancredi. Il re pagano non se ne accorge, ma i lettori comprendono che ne è innamorata.
Tancredi si scontra in duello, senza saperlo, con Clorinda, la vergine guerriera pagana di cui si è innamorato. Quando lei perde l’elmo, liberando al vento i suoi capelli biondi, Tancredi cerca di convincerla a proseguire il duello in disparte. In realtà vuole allontanarla dal campo di battaglia per dichiararle il suo amore. Mentre le sta per parlare vengono interrotti da un altro paladino, che vedendo Clorinda senza elmo, cerca di ucciderla. Tancredi interviene smorzando il colpo che ferisce solo lievemente la donna.
In un altro duello, mentre Tancredi sta affrontando Argante, alla comparsa della guerriera Clorinda viene paralizzato e non riesce più a combattere. Rimane indifeso, come pietrificato dalla presenza dell’amata.

Le figure dei personaggi sono sempre delineate psicologicamente.

Erminia è disegnata sul personaggio omerico di Elena. Ha un’umanità vibrante, di una passionalità sincera. Lei deve mantenere segreto il suo amore per il nemico e si mostra assai abile a parlare d’amore con un linguaggio petrarchesco fingendo di parlare di guerra e di morte.

Tancredi quando scopre la bellezza petrarchesca di Clorinda (bionda), resta paralizzato. Tasso lo interpella, quasi per farlo reagire, perchè l’eroe è pietrificato.
Il comportamento di Tancredi rappresenta il fallimento di un eroe.
Di fronte alla donna che ama, perde ogni controllo, ogni difesa e rinuncia a combattere. Infatti il suo capitano, vedendolo impietrito, è costretto a sostituirlo, provocando l’ira e la stizza del paladino.

Clorinda invece, ignara dell’amore di Tancredi, continua a comportarsi da guerriera: dura, fiera, eroica.


Tasso esprime l’alternarsi dei sentimenti con delle pause ritmiche del testo, in modo da enfatizzare la parola immediatamente successiva alla pausa.

La morte di Clorinda
Ottave di endecasillabi  con schema di rime ABABABCC
XII canto – ottave da 50 a 71

Dopo aver incendiato, nottetempo,  la macchina da guerra dell’esercito cristiano, i due guerrieri saraceni Argante e Clorinda cercano di rientrare in Gerusalemme, inseguiti dai crociati.
Argante riesce a ad entrare, mentre Clorinda rimane chiusa fuori.
Lei non ha indossato la sua solita armatura e cerca di confondersi tra i paladini. Ma a Tancredi non sfugge: egli la insegue e la costringe al duello, non avendola riconosciuta.
Splendido il ritmo in crescendo del duello: pare che al posto di due guerrieri vi siano due amanti impegnati in un amplesso pieno di passione.
Tancredi blocca per ben tre volte fra le sue braccia il corpo di Clorinda in un abbraccio che pare quello di un amante.
Poi, esausti, si fermano e si guardano. In realtà si affrontano, feroci. Ma potrebbe essere lo sguardo di due amanti, quando si fermano per guardarsi, ansimanti, prima di riprendere a fare l’amore.
Ognuno di loro guarda quanto sangue c’è sul corpo dell’altro.
Tancredi constata che il corpo dell’avversario è pieno di ferite e comincia a pregustare la vittoria.
Tasso lo ammonisce : misero, di che godi? i tuoi occhi pagheranno ogni goccia di quel sangue con un mare di pianto!
Tancredi chiede all’avversario il nome, per sapere chi sta abbattendo o chi lo abbatterà. Clorinda, fiera, si rifiuta di dirglielo e  in un impeto d’odio vorrebbe strappargli il cuore, senza sapere d’averlo già fatto...
Riprendono a combattere ancora più ferocemente finchè Clorinda è colpita al cuore dal un colpo mortale.  Quando si apre l’armatura sul petto ferito, scoprendo il seno, Tancredi ancora non sa che è Clorinda. La donna chiede a Tancredi di battezzarla. Ora lo chiama “amico” e gli dice “io ti perdono”. Egli va al fiume, riempie l’elmo d’acqua.
Solo quando Tancredi torna da lei e le toglie l’elmo per impartirle in sacramento del battesimo, la riconosce. Il riconoscimento avviene improvviso, crudele, impietoso, in un crescendo drammatico di emozioni.Clorinda, volgendo gli occhi al cielo, esala l’ultimo respiro.
Tancredi muore più di lei: lui infatti muore nello spirito.
Alla fine di questo canto l’eroe cristiano vince e perde.
Vince perchè sconfigge un nemico che prima di morire si converte al cristianesimo. Perde perchè l’essere artefice della morte della donna che ama rappresenta la sconfitta più grande della sua vita.

Figure retoriche
Ottava 67
Poco quindi lontan nel sen del monte
scaturia mormorando un picciol rio
Egli v’accorse e l’elmo empiè nel fonte
e tornò mesto al grande ufficio e pio.
Tremar sentì la man, mentre la fronte
non conosciuta ancor sciolse e scoprio.
La vide, la conobbe, e restò senza                asindeto - enjambement
e voce e moto. Ahi vista! Ahi conoscenza!            polisindeto


l’enjambement ha il ruolo di creare una pausa che sospende, rallenta il ritmo, costringe il lettore a soffermarsi sull’improvvisa mancanza di vitalità dell’eroe
l’asindeto la vide, la conobbe ed il polisindeto senza e voce e moto conferiscono un ritmo pieno d’angoscia al riconoscimento.

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