martedì 20 dicembre 2011

IL CANZONIERE DI FRANCESCO PETRARCA



Rerum Vulgarium fragmenta

Il Canzoniere è una raccolta di scritti poetici in lingua volgare che il Petrarca stesso ha voluto ordinare con un criterio personale, con lo scopo preciso di farne, non soltanto una raccolta di versi poetici, ma soprattutto un’opera unica ed irripetibile.
Egli stesso ha curato le modifiche al Canzoniere tramite un lungo lavoro, durato più di trent’anni, con il quale ha migliorato l’opera come REDAZIONE e come FORMA. Per modifiche di redazione si intendono gli spostamenti delle liriche, con lo scopo di collocarle in modo logico. Per modifiche di forma si intendono le correzioni al linguaggio, volte a migliorare quel volgare di cui il Petrarca, così esigente verso se stesso, non è mai soddisfatto.
Successivamente alla morte del poeta, il Canzoniere è stato pubblicato, stampato e modificato innumerevoli volte, al punto che alcune versioni sono state così profondamente alterate dai vari curatori, da togliere completamente il senso dell’opera voluta dall’autore. Per esempio era stata eliminata la suddivisione delle liriche “in vita” ed “in morte”, riordinando il tutto con criteri argomentativi.
Fortunatamente abbiamo due importantissimi documenti manoscritti originali conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.

Il Canzoniere è composto da 366 componimenti, di cui 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate, 4 madrigali, sistemati nella raccolta in modo da conferire un preciso significato alla scelta metrica in base all’argomento. Da notare che il MADRIGALE, un genere metrico destinato all’esecuzione musicale, viene introdotto proprio dal Petrarca in quest’opera, ed avrà un enorme successo per tutto il Rinascimento.

Per i critici, è l’incontro con Laura, la donna amata dal Petrarca, l’evento ispiratore dal quale prende inizio l’elaborazione dei ”Rerum Vulgarium fragmenta” (Frammenti di cose in volgare), meglio conosciuti con il nome di “Il Canzoniere”, lavoro che si protrasse per trent’anni, fino alla morte del poeta.
Dunque l’elemento ispiratore del Canzoniere è l’amore inappagato per Laura, la donna incontrata simbolicamente il 6 aprile 1327 in una Chiesa di Avignone e morta di peste il 6 aprile di vent’anni dopo, che gli storici pensano possa essere la moglie del marchese Ugo di Sade.

Come per Dante il numero chiave era il 9, per il Petrarca il numero chiave è il 6. Sono 366 liriche e, se si esclude un sonetto del proemio, abbiamo una lirica per ogni giorno del calendario.

Dal punto di vista dell’ispirazione, il Canzoniere di Petrarca ci ricorda la Vita Nuova di Dante: anche nell’opera petrarchesca, la morte dell’amata è l’evento che induce il poeta a confrontarsi con il passato, il presente ed il futuro. I temi di ispirazione dantesca sono la precarietà della vita, la morte che sottrae l’amore, la solitudine del poeta che lo induce a raccogliersi in meditazione e rivedere gli errori della gioventù, con il peccato che essi implicano.
Francesco Petrarca dalla Vita Nuova non acquisisce solo l’idea ispiratrice ma anche il modello letterario, ricorrendo ad un linguaggio tipicamente dantesco.
Certamente dalla tradizione stilnovistica il Petrarca ha ereditato un patrimonio di temi, situazioni, immagini e tecniche espressive, introducendo però innumerevoli elementi di originalità che riguardano la rappresentazione della donna.
Nella lirica petrarchesca ritroviamo il motivo della lode dell’amata, tipico dello Stilnovo, che però ora è rivolto alla bellezza fisica, più che alle doti morali. All’immagine della donna-angelo, si sostituisce l’immagine di una creatura bella, desiderabile ma crudele, dalla durezza “petrosa”, per la quale il poeta prova un amore tutto terreno, anche se inappagato.
L’AMORE proclamato dal Petrarca nei suoi versi, non è il sentimento virtuoso dello Stilnovo, che avvicina l’uomo a Dio: l’amore petrarchesco è passionale, terreno e porta con sè tutto il pentimento, il senso del peccato, il conflitto tra il bene ed il male.

Inoltre la staticità della donna stilnovistica, eternamente giovane, senza età, con il Petrarca cambia: Laura viene rappresentata nelle diverse stagioni della sua vita.
Le liriche del Canzoniere sono divise, infatti, in due sezioni: “in vita” e “in morte”, secondo un’organizzazione espressamente voluta dal poeta per scandire i due momenti ben distinti di quando Laura era ancora in vita e dei versi scritti dopo la sua morte.

Per scandire la percezione del TEMPO che oscilla tra passato, presente e futuro, Francesco Petrarca usa per l’intera composizione del Canzoniere, dei segnali linguistici particolari, come l’uso di sostantivi ed aggettivi, avverbi e soprattutto particolari aspetti dei tempi verbali.
I tempi verbali, oscillando tra passato remoto, imperfetto, presente e futuro, sottolineano il trascorrere del tempo, proiettano il lettore nel passato, nel ricordo.

Il linguaggio di Petrarca gioca anche sui suoni. Per questo motivo egli sceglie accuratamente le parole, sostituendole, mai soddisfatto, per meglio creare un legame tra significato e fonetica.
Per fare un esempio, quando gioca con il nome Laura, sottintende varie allusioni fonetiche, che vanno dal lauro, che è l’alloro poetico, all’aura, che è il vento.

Sempre a proposito di linguaggio, quando parliamo dei molteplici ritocchi alla forma linguistica che Petrarca ha apportato al Canzoniere, ci riferiamo anche al fatto che egli ha smorzato i termini troppo forti e violenti, ha eliminato i vocaboli troppo dialettali, semplificando anche la struttura sintattica dei versi. Per questo motivo si parla di UNILINGUISMO PETRARCHESCO, perchè nella sintassi egli predilige il costrutto della PARATASSI, dell’elencazione orizzontale e dei suoi espedienti formali, quali la DITTOLOGIA, ANAFORA, ASINDETO, POLISINDETO, ecc.
Paratassi - giustapposizione sintattica all’interno dell’enunciato di due o più proposizioni senza che vi sia alcun segno funzionale che indichi il collegamento grammaticale; contrapposto all’ipotassi.
Dittologia sinonimica - Consiste nell' utilizzare una coppia di vocaboli dal significato affine o dalla forma morfologica equivalente, collegati tra loro dalla congiunzione “e”, per conseguire un particolare effetto ritmico oltre che semantico. Es: forte e robusto
Anàfora – Figura di parola che consiste nella  ripetizione di parole o gruppi di parole in posizione iniziale della frase, o, in caso di poesia in posizione di inizio del verso, per conferire risalto al vocabolo ripetuto. Es. Dante ‘Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore....’
Polisìndeto – Successione marcata di congiunzioni, di solito la “e” , fra più termini o più enunciati. La ripetizione è insistente. Es: e con le parole, e con le mani, e con i cenni
Asindeto - Serie di unità lessicali o di proposizioni accostate senza congiunzioni.es veni, vidi, vici

Petrarca colloca lo scenario del Canzoniere in un luogo poetico irreale che si vuole identificare con la splendida vallata di Valchiusa (in Francia) e le limpide sorgenti del fiume Sorga. E’ il Locus Amoenus, il luogo ameno, che diventa il luogo dell’anima, la proiezione dell’interiorità del poeta, il suo spazio privilegiato del colloquio con il proprio IO.
Nella vallata della Valchiusa, il Petrarca si era davvero ritirato in un momento della sua vita in cui era entrato in conflitto con la curia avignonese.

Nel Canzoniere sono presenti i cosiddetti “Sonetti antibabilonesi” che rivelano lo spirito polemico verso quella chiesa corrotta, che Petrarca paragona al popolo ebraico in esilio a Babilonia. Non è l’unica interruzione  al tema amoroso per lasciare spazio al tema religioso/politico.
Anche la canzone “Italia Mia” nasce dallo sdegno per la preoccupante  situazione politica italiana ed infine,  dietro al personaggio che anima la lirica “Spirto gentil”, potrebbe identificarsi il tribuno romano Cola di Rienzo, che voleva restaurare la repubblica nella città di Roma (ma il tentativo fallì), che il Petrarca ha conosciuto personalmente e che forse vede come un possibile liberatore politico.
All’interno delle tematiche fondamentali che fanno da struttura al Canzoniere, che sono l’amore, la precarietà della vita, la percezione del tempo, il paesaggio e l’interesse politico, distinguiamo l’audacia del poeta nel mescolare alle tematiche stilnovistiche, quelle caratteristiche classiche che il Petrarca letterato e studioso conosceva bene, se ci ricordiamo che scriveva le proprie opere tenendo aperti i classici latini sul suo scrittoio!

Nella sua opera trova così posto il MITO classico, che Francesco Petrarca svincola dalla funzione allegorica, utilizzandolo in chiave personale.

Nel Canzoniere prevale il mito della ninfa Dafne, raccontato nelle Metamorfosi di Ovidio, amata da Apollo e trasformata in alloro dal padre, per sottrarla alle richieste amorose del dio.
Francesco Petrarca si identifica in Apollo, innamorato di una Laura-Dafne che lo rifiuta e che si sottrae alle sue attenzioni, diventando una pianta d’alloro. L’alloro è l’alloro poetico, simbolica incoronazione della gloria poetica. La metafora nascosta in questo mito è che l’amore rifiutato si trasforma in gloria poetica.

Ma non troviamo solo riferimenti ai classici latini, nelle rime del Canzoniere. In esso vi sono riferimenti ad opere più recenti, di poeti suoi amici morti prematuramente, come Sennuccio del Bene e Franceschino degli Albizzi. Oppure nomi più antichi come Cino da Pistoia, Guido Cavalcanti e Dante, che il Petrarca non cita mai direttamente, ma allude chiaramente alle loro opere.
Infine vi sono riferimenti alla bravura di amici letterati, musicisti e pittori, come Simone Martini, autore di affreschi famosissimi, come quelli della basilica di San Francesco D’Assisi. Pare che proprio Simone Martini avesse eseguito il ritratto di Laura, oggi perduto. In ogni caso Simone minierà per l’amico Francesco il frontespizio di un codice di Virgilio.

In conclusione, il Canzoniere fu simbolicamente l’avvio di Petrarca alla carriera poetica, fu l’opera che ritoccò e modificò per più di trent’anni della sua vita.
E la redazione definitiva del Canzoniere fu l’ultima cosa che fece alla vigilia dei suoi settant’anni, la notte prima di morire.

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