martedì 20 dicembre 2011

UN INFINITO NUMERO

Un infinito numero – Sebastiano Vassalli

Il romanzo “Un infinito numero” racconta la storia di Timodemo fin da quando era bambino e venne venduto dalla madre (che essendo una prostituta, doveva racimolare un po’ di soldi per vivere), ad una scuola di schiavi, dove studiò e lavorò per molti anni finchè venne rivenduto ad un mercante di schiavi.
Era un ragazzo di cui non si poteva dire altro che fedele; non viene descritto molto come aspetto fisico ma per quanto riguarda  il carattere vengono messi in risalto tutti i migliori requisiti E’ un giovane che fa trasparire tutte le sue sensazioni nel testo, come l’apprezzamento per il suo padrone. 
Raggiunti i suoi diciotto anni (almeno questa era l'età che supponeva di avere), fu comperato al mercato di schiavi più grande al mondo: Napoli. L’uomo che comprò Timodemo era il più grande poeta di quel tempo, conosciuto  anche nella nostra epoca: Virgilio. Egli sarà il personaggio più presente nella storia per l’ammirazione che lo scrittore ha nei suoi confronti  Il suo carattere traspare attraverso le sue azioni, infatti non viene esplicitamente descritto. Il lato che più si nota di Virgilio è la sua bontà nei confronti di Timodemo: il poeta lo comprò per usarlo come scrivano. Il giovane Timodemo, però, si appassionò alla lettura dei libri che trovava nella biblioteca di Virgilio, suscitando l’ammirazione di quest’ultimo . Quando terminò di leggerli tutti, chiese il permesso al suo padrone di poter andare alla biblioteca pubblica per poter trovare altri libri . Il famoso scrittore,  commosso, gli concesse la libertà affinché potesse recarsi in biblioteca; infatti, in quell’epoca ad uno schiavo non era concessa la vita pubblica.
Il terzo personaggio che li accompagnerà è Mecenate, un uomo molto potente, la cui fama a Roma è enorme. Egli ha un ruolo secondario nella storia, nonostante la sua potenza. È anche vero, però, che senza la sua presenza sarebbero mancati molti personaggi di fondo: come i suoi due servi che aveva liberato, la sua amante, oppure nel tempio di Velthune la sacerdotessa, che, per la sua bellezza, si impossesserà del cuore di Mecenate.
La storia è raccontata in prima persona da Timodemo, allo scrittore che lo incontra alla Malpensa e lo intervista per sapere la vita di lui e di Virgilio. Il protagonista narra a Vassalli le sue vicende insieme al suo padrone per trovare la verità riguardo alle origini di Roma. Infatti, Virgilio era stato incaricato dall’imperatore di scrivere un poema che trattasse la storia della nascita della città.
Il loro cammino li condurrà fino Etruria dove vivranno avventure sbalorditive.
Quella che più mi ha impressionato è avvenuta  nel tempio di Mantus, dove i protagonisti,  vittime di un incantesimo, hanno vissuto le vite di molte persone, raccontano ciò che accadde quando un popolo barbaro invase quelle terre sterminando tutti gli abitanti del posto tranne le donne, con cui diedero vita a un nuovo popolo.
I tre protagonisti parlano di queste vite in prima persona come se fossero stati catapultati nel passato, in realtà sono solamente stati addormentati e la loro mente  fa loro  pensare a ciò che può essere accaduto; si vedono dunque calati all’interno di corpi diversi e rivivono la storia vedendola da angolazioni diverse..
Alla fine del loro viaggio tornano a Roma dove non molto tempo dopo Virgilio muore e Timodemo sposa una donna che non ama neanche e il cui figlio non voleva neppure vederlo.
La storia si conclude con l’immagine dello scrittore che torna nel posto in cui era stato tanto tempo prima con il suo padrone e Mecenate.
Sebastiano Vassalli si è servito della riflessione per intercalarsi nella parte di protagonista della storia.
Il testo mi è piaciuto per la capacità dello scrittore di rendere sua una vita che non ha mai vissuto, per la ricostruzione di un luogo di un’epoca che non ha mai visto.
La lettura, però, mi è risultata piuttosto pesante per tutti i dialoghi che possono originare una certa confusione, specialmente nella parte del racconto che narra le esperienze vissute durante l’incantesimo.
Il testo è stato creato per raccontare una parte di storia, l’origine del popolo etrusco, che ancora oggi non è stata del tutto chiarita dagli storici.

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