martedì 20 dicembre 2011

L'ASINO D'ORO E LA STORIA DI PSICHE E AMORE

dalle Metamorfosi di Apuleio

La favola greca racconta di Lucio, un giovanotto che cerca  avventure in Tessaglia, terra di streghe e fattucchiere.
Si fa ospitare in casa di un amico e scopre che sua moglie è una strega, che di notte si spalma una crema che la fa diventare un gufo e vola sulla città fino al mattino.
Lucio è curiosissimo e chiede a una serva di rubargli la crema. La ragazza però sbaglia barattolo e appena Lucio si spalma la crema viene trasformato in un asino. Lucio raglia disperato ma la serva gli assicura che alla mattina, basterà che lui mangi una rosa e tornerà un uomo.
Nottetempo una banda di ladri ruba tutti i beni dalla casa, compreso l’asino-Lucio, che così non può mangiare la rosa per ritornare uomo.
Insieme alla refurtiva nella casa dei briganti c’è anche una bella fanciulla, rapita per il riscatto, che piange disperatamente. Per rincuorarla, la vecchia serva dei briganti le racconta una bella favola:

C’era una volta una principessa davvero bellissima di nome Psiche e Venere, la dea della bellezza, era diventata molto gelosa di lei al punto che chiese a suo figlio, il dio Amore, di colpirla con una freccia e di farla innamorare di un mostro. Gli dei greci sono spesso dei pasticcioni: Amore si punse un dito con una freccia e si innamorò di lei.
Così la fece rapire dal vento e la condusse nel suo palazzo segreto. Amore trattava Psiche con molta tenerezza a condizione che lei non lo vedesse mai, pena la fine della loro unione  felice.
Psiche era però molto curiosa e, istigata dalle sorelle gelose, che le avevano messo il sospetto che lui non si lasciasse vedere perché fosse un mostro, attese che lo sposo si addormentasse per accendere un lume e guardarlo in viso. Quando scoprì che egli era bellissimo si emozionò e lasciò cadere delle gocce di cera sulla sua spalla; così Amore si svegliò arrabbiato e…scottato e volò via dalla sua cattivissima mamma (Venere).
La dea Venere rinchiuse il figlio Amore in una camera e per vendicarsi di Psiche le fece superare delle difficilissime prove:  1) contare dei semi mescolati, 2) rubare lana a delle pecore feroci, 3) riempire un’ampolla con l’acqua di una fonte irraggiungibile, 4) scendere all’inferno per chiedere a Proserpina la crema della bellezza.
Psiche superò le prime tre prove, alla quarta però, di ritorno dagli inferi con la crema, non seppe trattenersi dal provarla: in realtà nel barattolo non c’era la bellezza ma la morte e Venere lo sapeva bene. Psiche stava ormai per morire quando Amore, che era riuscito a liberarsi dalla sua prigione, arrivò in volo e la portò da  Zeus  a bere un bicchiere d’ambrosia che dava l’immortalità.
Così Psiche e Amore divennero marito e moglie e vissero felici e contenti.

La vecchia serva aveva appena terminato la fiaba quando i briganti tornarono da una scorreria con l’intenzione di uccidere l’asino Lucio. Questo, che non era affatto stupido, riuscì nottetempo a fuggire, portando via anche la fanciulla. Ma le sventure del povero Lucio non erano ancora terminate perché passò da un padrone all’altro.
Un giorno una bella signora si innamorò di lui e quando scoprirono che l’asino Lucio si accoppiava con questa donna che “tam vastum genitale suscipere”, pensarono di farne uno spettacolo pubblico.
Ma l’asino Lucio si vergognava troppo, così riuscì a fuggire. Finalmente  lontano, stanchissimo si addormentò e sognò la dea Iside che gli suggeriva di andare alla sua festa e di mangiare le rose che adornavano il gran sacerdote. Lo avvisò che così sarebbe ritornato un bel giovane ma che avrebbe dovuto consacrarsi a lei.
Così Luciò liberatosi dalle spoglie di asino diventò gran sacerdote di Iside.

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