martedì 20 dicembre 2011

ANDREA PALLADIO

ANDREA PALLADIO
1508 – 1580

Andrea di Pietro della Gondola, nacque a Padova nel 1508. Il nome d’arte significa “sacro a Pàllade Athena”, la dea della sapienza; gli venne assegnato dal caro amico Trìssino, un letterato, con cui visitò Roma, dove potè conoscere le opere di Bramante, Raffaello e Michelangelo, rilevando i disegni, studiandoli e facendone le proiezioni ortogonali. Raccolse questi disegni ne “I Quattro libri dell’Architettura”.
Noteremo, affrontando alcune sue opere, che egli farà sempre riferimento al mondo classico, sui modelli greci e romani, ma sempre in modo LIBERO ED ORIGINALE. Per esempio, ai materiali pregiati utilizzati dai romani, come i marmi, egli sostituisce materiale povero come legno e mattoni, intonacati e stuccati.
La sua attività si svolse prevalentemente tra Vicenza e Venezia, dove venne nominato architetto ufficiale della Serenissima. Non è certo se nel 1580 morì a Venezia o a Vicenza.

LOGGE DEL PALAZZO DELLA RAGIONE – VICENZA
L’intervento di Palladio sul pre-esistente edificio quattrocentesco, a pianta molto irregolare, sede delle magistrature pubbliche di Vicenza, consisteva nel creare un nuovo involucro loggiato.
Palladio seppe rispettare il posizionamento dei tre varchi pre-esistenti e ad includere un complesso di SERLIANE (cioè un arco a tutto sesto affiancato simmetricamente da due aperture sormontate da un architrave) entro un doppio ordine di pilastri con semicolonne addossate ( tuscaniche in basso e ioniche in alto).
La posizione fissa delle semicolonne trabeate suggerisce una scansione regolare che non esiste: per rispettare i varchi esistenti, Palladio dovette mutare di volta in volta la campata e la distanza fra i pilastri e le coppie di colonne libere trabeate che sostengono gli archi!! (trabeazione significa formato da 3 parti:  architrave fregio e cornice)

VILLE PALLADIANE
Nel 500 è tipico per i ceti borghesi e nobili abitare in campagna in ville residenziali con accanto un fabbricato ad uso agricolo. Partendo dall’area veneta tra Vicenza e Venezia, le ville palladiane si diffonderanno in tutta Europa.
La forma tipica della Villa Palladiana è a pianta quadrata o rettangolare, con uno o più loggiati; dal salone centrale (quadrato, rettangolare o cruciforme) si dispongono simmetricamente le scale e gli ambienti abitativi.

Villa Barbaro-Volpi a Maser (in provincia di Treviso) ricorda un tempio tetrastilo ed è costruita da un corpo centrale avanzante e la terminazione a timpano. I porticati laterali, le ali, sono le “barchesse” cioè gli ambienti di servizio destinati alle attività agricole e produttive.

Villa Almerico-Capra, situata su una collina appena fuori Vicenza, non è stata progettata a scopo abitativo ma di intrattenimento, per feste, concerti, gare poetiche. Ricorda le ville romane.
La pianta è quadrata, con una ripartizione simmetrica degli ambienti interni intorno ad un salone centrale circolare, coperta da una cupola. Ognuna delle 4 facciate si apre con un classico PRONAO (cioè la parte davanti ) raggiungibile da una scalinata; le colonne sono ioniche (cioè che poggiano su due basi, sono eleganti sottili ed allungate e terminano con capitello a volute) , architrave a tre fasce, fregio pulvinato (il pulvino, elemento a forma di tronco di piramide rovesciato, oltre ad avere una funzione decorativa, conferisce maggior slancio alla colonna), cornice dentellata al pari del timpano.

CHIESA DI SAN GIORGIO MAGGIORE A VENEZIA
Palladio dovette ricostruire la chiesa benedettina creando una facciata in ordine gigante (esteso cioè per più livelli di altezza)  simile ad un tempio prostilo tetrastilo, con un retrostante secondo schema templare il cui frontone poggia su un architrave sorretto da paraste corinzie.
La pianta è un ambiente rettangolare, diviso in tre navate, da cui sporgono lateralmente due esedre; poi c’è un presbitero quadrato ed un coro a semicerchio. All’interno la chiesa ricorda le antiche basiliche romane o le terme. L’effetto, per chi si trova al centro dell’edificio, è l’impressione di essere in uno spazio centrico. Sappiamo che Palladio ama la pianta accentrata rispetto alla basilicale, perchè secondo lui meglio s’accorda con l’immagine del creato.
All’interno le volte sono a botte e le finestre a lunettoni che si aprono alla base delle volte.

CHIESA DEL REDENTORE, VENEZIA
Anche in questa chiesa Palladio progetta una facciata con due schemi templari sovrapposti, uno grande ed uno piccolo.
Lo schema templare grande produce l’effetto dominante; due grandi semicolonne entro paraste angolari a sostegno di un frontone triangolare come nel tempio in ANTIS.
Lo schema templare più piccolo ha paraste che sostengono due semitimpani dentellati con il GEISON (cornice)  e la SIMA (gronda) .
Il frontone triangolare sostiene una falda del tetto, ricordando l’effetto del Pantheon, anche per la grande cupola.
L’interno è a una sola navata con 3 cappelle laterali. Il presbiterio è circolare e vi si accede da un restringimento del setto murario. Attorno al vano cupolato ci sono tre esedre: da quella centrale si vede il coro allungato.
Guardando le piante, sembrerebbe che in questo edificio le tipologie longitudinale e centrale siano nettamente separate, anche per via della gradinata continua che separa la navata dal presbiterio. In realtà quando ci troviamo all’interno non avvertiamo il transetto ma una continuità spaziale.
Anche in questa chiesa la volta lunettata ricorda le terme romane.
Per i rivestimenti interni Palladio ha utilizzato materiale economico e con originalità ha ottenuto un effetto ugualmente  elegante: le foglie dei capitelli sono state costruite in serie e montate in un secondo tempo.

TEATRO OLIMPICO, VICENZA
Costruito seguendo scrupolosamente i suggerimenti di Vitruvio, quest’opera venne terminata dall’allievo Vincenzo Scamozzi in quanto il Palladio morì.
Diversamente dal teatro romano, questo è coperto e la volta è dipinta con nuvole.
La cavea è rapida, conclusa in alto da un colonnato trabeato sormontato da statue. In basso termina con l’orchestra. Di fronte c’è il palcoscenico che rappresenta la vera innovazione palladiana: dalle tre aperture si vedono delle strade che per un effetto prospettico sembrano lunghissime, creando l’illusione della profondità del palcoscenico che in realtà è di pochi metri.

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